Lunedi 1 giugno siamo tornati sotto il carcere della Stampa (Lugano)
per concludere il ciclo di presidi che da vari mesi svolgiamo. Appena
arrivati, la risposta dall’interno si é fatta prontamente sentire:
urla, saluti e ringraziamenti hanno scosso le fredde mura della
prigione. Comunicando oralmente con i reclusi e le recluse siamo venuti
a sapere che sono numerose le persone che dall’interno ci sostengono e
vogliono incrementare questa lotta di solidarietà, scrivendo al nostro
indirizzo. Ma tutte le lettere indirizzate a noi vengono bloccate dai
carcerieri. Non meraviglia tale atteggiamento ricattatorio da parte
della direzione. La lotta anticarceraria, mediante la realizzazione di
presidi dinanzi alla prigione, è una lotta sostanzialmente nuova in
Ticino. Adesso che si iniziano ad accendere le prime scintille di
solidarietà dall’interno, lo stato non puo’ permettere che uno dei
pilastri del suo sistema oppressivo possa vacillare. Questa manovra
repressiva non fa altro che alimentare la rabbia che ci unisce ai
prigionieri, al fine di concretizzarla tramite una maggiore costanza
nella lotta anticarceraria. La nostra risposta consisterà nell’
aumentare la frequenza di presidi sotto le mura, far conoscere la
situazione di sovraffollamento e censura tramite volantinaggi,
incontri esterni con i famigliari e molto altro, affinchè sblocchino
l’invio di lettere verso il nostro indirizzo.
Per il presidio previsto per domenica 21 giugno chiediamo una forte
presenza di complici e solidali. Il presidio si svolgerà dalle 16 sotto
le mura del carcere preventivo La Farera e carcere giudiziario la
Stampa.
anarchici e anarchiche